domenica 26 ottobre 2008

Mandela chiede aiuto al rock

"Ho sempre amato la musica e non l' ho mai potuta seguire
molto ma da quando sono stato in prigione e mi hanno dato la possibilità di ascoltare la radi
o e di seguire la televisione ho saputo ed ascoltato tutte le musiche che mi sono state dedicate.
Sono impressionato dal supporto degli artisti alla causa della lotta contro l' apartheid
e quello di quest' oggi non è stato per me soltanto un onore ma la concreta espressione di un aiuto.
Gli artisti sono importanti perchè raggiungono aree dove l' attivismo politico non arriva,
la musica arriva al cuore ed alla mente di tutti e questo lo rende uno strumento di forza impressionante".
Mandela.1990.
E' per questo che il numero della cella di Nelson Mandela, il 46664, è diventato un numero per chiamate d' emergenza, per fronteggiare il dilagare dell' Aids in Africa. Quel numero è anche diventato una canzone, o per meglio dire un inno 46664 (Long walk to freedom), la canzone scritta da Joe Strummer Bono e Dave Stewart degli Eurythmics e il nome di un megaconcerto tenutosi a Città del Capo, il 29 novembre 2003. Una sorta di nuovo Live-Aid che prevede la partecipazione di Zucchero, Bono, Peter Gabriel, Eurythmics, Anastacia, Brian May e Roger Taylor dei Queen, Beyoncé, Jimmy Cliff, Ms. Dynamite, Paul Oakenfold, Yusuf Islam (Cat Stevens), The Corrs. E una nutrita schiera di artisti africani.
46664 (Long walk to freedom) insieme ad altri quattro brani fa parte di un cd per il cd. 46664 - Give 1 minute of your life to stop Aids (Dai un minuto della tua vita per fermare l' Aids) era stato messo in cantiere esattamente un anno prima, quando Nelson Mandela «regalò» a Dave Stewart il numero della cella in cui aveva trascorso 18 dei suoi 27 anni di prigionia. «Abbiamo l' opportunità di raccogliere fondi attraverso network telefonici globali. Dieci anni fa era un' utopia, oggi è semplicissimo», dichiara Stewart. «Formate il 46664 e vi risponderanno Bono, Nelson Mandela o altre personalità che vi spiegheranno come regalare un minuto della vostra vita per sconfiggere l' Aids. Non lo facciamo per i soldi. Ma solo per far fronte a una delle più gravi emergenze del nostro tempo».

Happy birthday Madiba

Il 27 giugno a Londra un mega-concerto è stato organizzato in onore di Nelson Mandela, per ricordare i suoi 90 anni, il suo impegno nella lotta contro il razzismo e il suo contributo alla lotta contro l’AIDS. Nelson Mandela, che a sorpresa ha voluto essere presente, è stato festeggiato da artisti di tutto il mondo. Ai lati del palco campeggiava il numero 46664, il numero che era scritto sulla sua giubba durante la permanenza in carcere.
Proprio come 20 anni fa, quando, in una calda giornata d'estate, un altro grande concerto londinese chiese la liberazione di Mandela. Fu un evento segno dei tempi, di un mondo in veloce cambiamento dopo la cappa di gelo della Guerra fredda. Molte cose sono cambiate da allora, ma per l'Africa certamente non in meglio. Se il razzismo è stato sconfitto e l' Apartheid cancellato, l'AIDS sta letteralmente spopolando l'Africa e il Sudafrica è uno dei Paesi più colpiti.
20 anni dopo ancora un concerto epocale, dunque, con al centro Mandela, l'Africa e i suoi tanti problemi irrisolti.
Come 20 anni fa, c'era anche Annie Lennox; non potevano mancare i Simple Minds, anche loro testimoni di quell'estate del 1988, Peter Gabriel e lo stesso Will Smith con una sua esibizione rap. I Queen hanno cantato verso la fine 'The Show must go on'. A concludere il concerto, è arrivata sul palco Amy Winehouse , intonando alla fine , assieme ai tanti artisti afro-americani, anche la canzone Free Nelson Mandela, scritta circa 20 anni fa, (testo, video), quando il leader dell'ANC e simbolo della lotta anti-razzista era ancora recluso nelle galere sudafricane.

Mandela e de Klerk : nobel per la pace

Dicembre 1993.Oslo- Alla presenza di re Harald V di Norvegia, il leader nero Nelson Mandela e il presidente bianco sudafricano F.W. de Klerk ritirano il premio Nobel per la pace 1993 come riconoscimento per gli sforzi compiuti dai due protagonisti nel cercare di mettere fine al regime segregazionista in Sudafrica.
I due, infatti, concluso il lungo e funesto capitolo contrassegnato dalla dura realtà dell’apartheid, hanno inaugurato la nuova fase del dialogo e delle reali riforme, cioè la parte più inquietante per le molte incognite ed insidie da fronteggiare e da superare.
De Klerk e Mandela all’inizio del maggio 1991 davano il via a Città del Capo ai tre giorni di
per definire il futuro assetto del nuovo Sud Africa.
In un clima di fiducioso ottimismo le parti raggiungevano un’intesa sui punti fondamentale, gettan
do le premesse della grande partita di rinnovamento e di trasformazione del Paese : si trattava di tradurle in atto.
Presidente dell’ANC dal 1991 , Mandela nello stesso anno otteneva la fine della segregazione razziale nel suo paese e il varo di una nuova costituzione.
L’anno successivo vinceva le prime elezioni sudafricane a suffragio universale assumendo la presidenza della Repubblica.
Nel 1997 designerà come nuovo leader dell’ANC Mbeki: la sua nomina sarà il primo passo dell’annunciato graduale ritiro di Mandela dall’attività politica. Continuerà a svolgere incarichi di mediazione soprattutto nei paesi africani e di sostegno alle oraganizzazioni per la tutela dei diritti sociali, civili e umani.

sabato 18 ottobre 2008

Nelson Mandela: una vittoria chiamata libertà

Madiba, come è affettuosamente noto ormai al suo popolo e al mondo, è di quelle persone che in vita fanno già parte della leggenda. Nelson Mandela infatti è il simbolo del Sud Africa.
Ciò che ha sempre colpito in lui e continuerà a colpire è la ferma convinzione con cui ha vissuto la propria vita in favore degli altri; per questo per me è importante ripercorrerne le tappe più importanti di questa vita spesa alla lotta contro l'apartheid e alla conquista della libertà per il suo popolo.

Nelson Rolihlahla Mandela nasce il 18 luglio 1918 a Qunu, un remoto villaggio del Transkei governato dalla tribù Xhosa.
Dopo gli studi e la laurea in legge a Johannhesburg, la formazione politica, nel 1944 entra nella politica attiva diventando membro dell'ANC (African National Congress) guidando per anni campagne pacifiche contro il cosiddetto "Apartheid", ossia quel regime politico che favorisce, anche sul piano legale e giuridico, la segregazione dei negri rispetto ai bianchi. Dopo la vittoria elettorale del 1948 da parte del National Party, fautore di una politica pro-apartheid di segregazione razziale, Mandela si distingue nella campagna di resistenza passiva.

Nel 1960 il massacro di Sharpeville e la drastica reazione che ne seguirà segnano la svolta nell'attività politica del leader sudafricano.Mandela, fortunatamente, sopravvissuto alla strage, riesce a fuggire e raccolti gli altri esponenti rimasti in vita, decide con riluttanza l’abbandono della lotta non violenta, seguita fino a quel momento, fondando una frangia militarista decisa a rovesciare il regime e a difendere i propri diritti con le armi.
Arrestato nel 1963 verrà condannato all'ergastolo.


"Sono pronto a pagare la pena anche se so quanto triste e disperata sia la situazione per un africano in un carcere di questo paese. Sono stato in queste prigioni e so quanto forte sia la discriminazione, anche dietro le mura di una prigione, contro gli africani... In ogni caso queste considerazioni non distoglieranno me né altri come me dal sentiero che ho intrapreso. Per gli uomini, la libertà nella propria terra è l'apice delle proprie aspirazioni. Niente può distogliere loro da questa meta. Più potente della paura per l'inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni, in questo paese... non ho dubbi che i posteri si pronunceranno per la mia innocenza e che i criminali che dovrebbero essere portati di fronte a questa corte sono i membri del governo".
Queste le parole pronunciate da Nelson Mandela di fronte ai giudici del tribunale, prima della sentenza che lo condannerà all'ergastolo. E' qui che troviamo quella che a mio parere può essere considerata la più alta testimonianza dell'impegno politico e sociale di Mandela e che per questo vi ho proposto.

Passano più di vent'anni e, malgrado il grande uomo sia costretto alla segregazione carceraria, lontano dagli occhi di tutti e dalle luci dell'opinione pubblica, la sua immagine e la sua statura crescono sempre di più nell'opinione pubblica e per gli osservatori internazionali.
Mentre il regime di Pretoria acuisce il suo pervicace orientamento razzista schiacciando,con violenza brutale ogni protesta della popolazione nera, Mandela continua ad essere anche il leader più autorevole dell’opposizione al regime sudafricano.

« Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l'incudine delle azioni di massa ed il martello della lotta armata dobbiamo annientare l'apartheid! »,così scriverà dal carcere nel 1980.E nel 1985, all'offertà di liberta subordinata però all'impegno di rinunciare ad ogni azione basata sulla violenza fattagli da Botha,risponderà "La violenza è prima di tutto nel sistema dell’apartheid e non già nelle istanze dell’ANC",e che non poteva, per tornare ad essere libero, vendere la libertà del suo popolo.



Nel 1989 l’avvento al potere di Frederik De Klerk segna l’inizio di un piu realistico capitolo di una politica sudafricana orientata verso un effettivo superamento dell’arduo bastione dell’apartheid.

Il 2 febbraio 1990 De Klerk annuncia il rilascio entro tempi brevissimi di Nelson Mandela.
Alle ore 15 dell’11 febbraio, la sbarra della residenza coatta di Victor Verster si alza per restituire alla libertà il patriarca messianico del più grande e rappresentativo movimento africano, costretto al silenzio per 27 anni.

Nessuna strada è facile per la libertà


Nelson Mandela resterà nella memoria degli uomini come uno dei grandi del ventesimo secolo. Una di quelle figure che segnano le epoche e assumono dimensione universale; insegnamenti che fanno storia, opere mirabili, esistenze straordinarie che diventano simboli e riassumono nella loro parabola miliardi di vite terrene...ecco a voi il passo conclusivo tratto dalla sua autobiografia 'il lungo cammino verso la libertà':

“Quando sono uscito di prigione, questa era la mia missione, liberare sia gli oppressi che l’oppressone. Qualcuno dice che lo scopo è stato raggiunto. Ma io so che non è questo il caso. La verità è che noi non siamo ancora liberi; abbiamo solo conquistato la libertà di essere liberi, il diritto a non essere oppressi. Non abbiamo ancora compiuto l’ultimo passo del nostro viaggio, ma il primo di un lungo e anche più difficile cammino. Per essere liberi non basta rompere le catene, ma vivere in un modo che rispetti e accresca la libertà degli altri. Il vero test della nostra fedeltà alla libertà è solo all’inizio. Ho percorso questo lungo cammino verso la libertà. Ho cercato di non vacillare; ho compiuto passi falsi. Ma ho scoperto il segreto che dopo aver scalato una collina, si capisce che ce ne sono ancora molte altre da scalare. Mi sono preso un momento di riposo, per dare un’occhiata alla vista che mi circonda, per guardare indietro alla strada che ho fatto. Ma posso riposare solo per un momento, perché con la libertà, vengono anche le responsabilità, e mi preoccupo di non indugiare, perché il mio lungo cammino non è ancora finito”