sabato 18 ottobre 2008

Nelson Mandela: una vittoria chiamata libertà

Madiba, come è affettuosamente noto ormai al suo popolo e al mondo, è di quelle persone che in vita fanno già parte della leggenda. Nelson Mandela infatti è il simbolo del Sud Africa.
Ciò che ha sempre colpito in lui e continuerà a colpire è la ferma convinzione con cui ha vissuto la propria vita in favore degli altri; per questo per me è importante ripercorrerne le tappe più importanti di questa vita spesa alla lotta contro l'apartheid e alla conquista della libertà per il suo popolo.

Nelson Rolihlahla Mandela nasce il 18 luglio 1918 a Qunu, un remoto villaggio del Transkei governato dalla tribù Xhosa.
Dopo gli studi e la laurea in legge a Johannhesburg, la formazione politica, nel 1944 entra nella politica attiva diventando membro dell'ANC (African National Congress) guidando per anni campagne pacifiche contro il cosiddetto "Apartheid", ossia quel regime politico che favorisce, anche sul piano legale e giuridico, la segregazione dei negri rispetto ai bianchi. Dopo la vittoria elettorale del 1948 da parte del National Party, fautore di una politica pro-apartheid di segregazione razziale, Mandela si distingue nella campagna di resistenza passiva.

Nel 1960 il massacro di Sharpeville e la drastica reazione che ne seguirà segnano la svolta nell'attività politica del leader sudafricano.Mandela, fortunatamente, sopravvissuto alla strage, riesce a fuggire e raccolti gli altri esponenti rimasti in vita, decide con riluttanza l’abbandono della lotta non violenta, seguita fino a quel momento, fondando una frangia militarista decisa a rovesciare il regime e a difendere i propri diritti con le armi.
Arrestato nel 1963 verrà condannato all'ergastolo.


"Sono pronto a pagare la pena anche se so quanto triste e disperata sia la situazione per un africano in un carcere di questo paese. Sono stato in queste prigioni e so quanto forte sia la discriminazione, anche dietro le mura di una prigione, contro gli africani... In ogni caso queste considerazioni non distoglieranno me né altri come me dal sentiero che ho intrapreso. Per gli uomini, la libertà nella propria terra è l'apice delle proprie aspirazioni. Niente può distogliere loro da questa meta. Più potente della paura per l'inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni, in questo paese... non ho dubbi che i posteri si pronunceranno per la mia innocenza e che i criminali che dovrebbero essere portati di fronte a questa corte sono i membri del governo".
Queste le parole pronunciate da Nelson Mandela di fronte ai giudici del tribunale, prima della sentenza che lo condannerà all'ergastolo. E' qui che troviamo quella che a mio parere può essere considerata la più alta testimonianza dell'impegno politico e sociale di Mandela e che per questo vi ho proposto.

Passano più di vent'anni e, malgrado il grande uomo sia costretto alla segregazione carceraria, lontano dagli occhi di tutti e dalle luci dell'opinione pubblica, la sua immagine e la sua statura crescono sempre di più nell'opinione pubblica e per gli osservatori internazionali.
Mentre il regime di Pretoria acuisce il suo pervicace orientamento razzista schiacciando,con violenza brutale ogni protesta della popolazione nera, Mandela continua ad essere anche il leader più autorevole dell’opposizione al regime sudafricano.

« Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l'incudine delle azioni di massa ed il martello della lotta armata dobbiamo annientare l'apartheid! »,così scriverà dal carcere nel 1980.E nel 1985, all'offertà di liberta subordinata però all'impegno di rinunciare ad ogni azione basata sulla violenza fattagli da Botha,risponderà "La violenza è prima di tutto nel sistema dell’apartheid e non già nelle istanze dell’ANC",e che non poteva, per tornare ad essere libero, vendere la libertà del suo popolo.



Nel 1989 l’avvento al potere di Frederik De Klerk segna l’inizio di un piu realistico capitolo di una politica sudafricana orientata verso un effettivo superamento dell’arduo bastione dell’apartheid.

Il 2 febbraio 1990 De Klerk annuncia il rilascio entro tempi brevissimi di Nelson Mandela.
Alle ore 15 dell’11 febbraio, la sbarra della residenza coatta di Victor Verster si alza per restituire alla libertà il patriarca messianico del più grande e rappresentativo movimento africano, costretto al silenzio per 27 anni.

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